Parliamo dei… Post Nebbia

di Agnese Alstrian

Estate 2021. Caldo, tanto caldo, vacanze in giro per l’Italia, prime avventure motorizzate post-patente, concerti all’aperto, gelati, chiacchiere in balcone, amici vecchi e nuovi, balli improvvisati, mare, uncinetto e litigi con una mente bisognosa di manutenzione; tutti questi eventi hanno avuto qualcosa in comune: i Post Nebbia come colonna sonora. A dirla tutta, non credo di essermi mai appassionata così tanto ad una band italiana, sorprendendomi a riascoltare infinite volte i loro album e ad avere alcuni brani in loop in testa per giorni – o addirittura settimane, o mesi. Va bene, ammetto di non essere ancora uscita dal tunnel di Televendite di quadri, ma a volte bisogna semplicemente accettare che esistono canzoni letteralmente ipnotiche, e che arrendersi al loro fascino magnetico non è poi così male. Tutto merito (e colpa) della stessa amica che mi convertì agli Idles.

I Post Nebbia nascono a Padova dalla fervida mente del giovane Carlo Corbellini, un progetto in cui lui ricopre un ruolo primario praticamente in tutte le fasi creative, dalla scrittura all’esecuzione e alla produzione. Nel 2018 esordirono con l’album Prima Stagione, aggiudicandosi un posto nei meandri più celati della scena indie italiana, scaturendo molta curiosità. In questa prima prova discografica – che, come a volte accade negli ambienti underground, ha un po’ il gusto di un esperimento di cui non si può prevedere l’esito – si avverte già una certa maturità stilistica, nonché si intravedono quelli che si affermeranno come i temi ricorrenti dell’immaginario dei Post Nebbia: introspezione, flussi di coscienza, osservazione sociale e mediatica, interesse per le iconografie e la cultura pop, estetica e atmosfere legate al loro territorio.

Foto di Riccardo Michelazzo

Poi arrivò il 2020 e tutto ciò che ne conseguì. Verso la fine di quello sventurato anno, la band padovana pubblicò il suo secondo disco, l’acclamatissimo Canale Paesaggi. I Post Nebbia sono ancora relativamente all’inizio, ma hanno già realizzato quello che molti fan concordano nel considerare il loro capolavoro: nel giro di due anni, i suoni e i gusti del primo album sono stati abbondantemente approfonditi e affinati e i testi riescono a veicolare i pensieri e i messaggi di Carlo con assoluta chiarezza e coerenza. In questo album, Corbellini affronta i temi dell’alienazione, della fagocitazione mediatica, del voyeurismo e del controllo, giusto per citarne alcuni; esprime confusione, scetticismo, fascinazione, disgusto e arrendevolezza di fronte al caleidoscopio di immagini e voci ai quali siamo esposti costantemente, spesso senza neanche accorgercene. Musicalmente, Canale Paesaggi è un’esperienza uditiva fuori dal comune: i Post Nebbia si aprono al pazzo gioco postmoderno di citazioni e apparizioni impreviste, mischiando magnetici riff di tastiere e chitarre, suoni elettronici e un cantato svagato e rilassato con bizzarri estratti di infimi programmi di tv private e registrazioni distorte di preghiere, mischiandosi in un vortice ipnotico e conturbante.

Foto di Agnese Alstrian

Due anni dopo e con una nuova line-up, i Post Nebbia sono tornati con Entropia Padrepio, uscito a Maggio di quest’anno. Con questo disco, che mantiene le sonorità sperimentali dei lavori precedenti, Corbellini esplora nuove tematiche, stavolta lontano da schermi luminosi e tv a tubo catodico: spiritualità, cattolicesimo, riti di passaggio e caos universale sono tra i temi affrontati nel nuovo album; si interroga sui bisogni immateriali delle persone, su cosa le spinge a cercare determinate risposte e a volte ad accontentarsi che tali risposte non esistono. È certamente un disco pervaso da una saggezza e da una introspezione mai provate prima, ha un’aura di sacralità ma non è incentrato sulla religione: piuttosto, sfrutta questo tema per esprimere un desiderio di comunità in un’epoca instancabilmente individualista.

I Post Nebbia ormai sono considerati a pieno titolo tra i gruppi più importanti del panorama indie italiano: nei loro lavori hanno dimostrato grandi capacità di sperimentazione, nonché autenticità e intelligenza, sempre rimanendo fedeli a sé stessi e a ciò che li appassiona davvero. Se ancora non l’avete fatto, dategli un ascolto – non ve ne pentirete.

Foto di Ilaria Ieie

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